Baked feta cheese. Feta psiti e desiderio Egeo

by Rebecca
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«E’ come ti aspetti che appaia la terra se le viene data una buona possibilità. E’ la soglia subliminale dell’innocenza[…] Non è misteriosa o impenetrabile, non imponente, non insolente, non pretenziosa. E’ fatta di terra, aria, fuoco, acqua. Cambia stagionalmente con armoniosi ritmi ondulanti. Respira, segnala, accenna, risponde»
Henry Miller, Il colosso di Marussi

Parlava così Henry Miller della Grecia nel suo libro ”Il colosso di Marussi”. E come si potrebbe dar torto ad un grande autore che ha sperimentato con ogni senso e sentire una terra selvaggia ma accomodante.

«in tutte le sue manifestazioni suggerisce lo splendore, il buonsenso, l’opulenza di un popolo potente e pacifico […] Si sente l’influenza dell’Egitto, la casalinga immediatezza umana del mondo etrusco, il saggio spirito di organizzazione comunitaria del tempo degli inca. Non pretendo di sapere, ma sentii, come di rado ho sentito davanti alle rovine del passato, che qui per lunghi secoli regnò un’era di pace […] Cnosso era terrrestre nel senso migliore del termine»

Chi approda a Creta, rinunciando al mondo, capisce ben presto che si troverà alle nozze tra l’eburnea roccia e il ceruleo cielo infinito che si staglia verso l’orizzonte. Chi abbandona il mondo ‘civilizzato’ comprende ben presto di essere approdato in una terra fertile. Chi siede ai piedi di Cnosso sa di essere Arrivato, finalmente. Gli occhi si chiudono, nel fremente battito delle ciglia, sull’orizzonte terso. La culla del massimo degli Dei. La madre, la sposa, l’amante e l’ispirazione del mondo ellenico, questo è Creta, sempre.
Ho 35 anni e non ci sono mai stata, ma ne parlo come se l’avessi vista e vissuta nella carne. Sì, perchè mi succede spesso quando amo tanto un luogo. Lo amo con abbandono e fertile desiderio, lasciando che scavi in me un letto per il suo fiume impetuoso, lascio che i sui semi si schiudano e mettano radici. Lo permetto, senza esitazione, perchè so che non mi deluderà. La Terra non è come gli amanti. La terra si dona senza risparmiarsi.
Lei ti da tutto. Riparo, protezione, pace, nutrimento per l’anima, nutrimento per il corpo. E i greci tutto questo lo sanno e prendono questo dono elevandolo, sublimandolo.
Parte delle pietanze greche sono migrate in modo spontaneo e non verso il mio paese. In Romania abbiamo un formaggio vaccino molto molto simile alla feta greca. A seconda dei contadini che lo producono, ha una sapidità minore o maggiore. Ma in cottura si perde. Esattamente come succede per la feta cotta al forno.
Questa ricetta non so esattamente in quale parte della Grecia nasca, ma alcune ricerche fatte mi suggeriscono che sia un piatto nato proprio a Creta. Ma è poco rilevante, perchè è molto più importante il sapore e la consistenza che ha e il suo esser così perfettamente semplice.
 

 

Ingredienti per 4 persone:

 

  • 500g di feta greca
  • 100g di pomodorini datterini
  • 1 cipolla molto piccola tagliata a fette
  • 70g di olive kalamata o taggiasche
  • olio EVO
  • origano e fiori di basilico
  • fiocchi di peperoncino
Preparazione:
Mettete della carta forno in una teglia e disponete la feta. Condite con l’olio, le erbette e il peperoncino. Mettete le olive, i pomodorini tagliati a metà e le fette di cipolla.
Passate nel forno, sotto il grill a 200°C per circa 15-20min.
Servite subito caldo di forno con fette di pane abbrustolite.
Le ciliegie, sotto il grill diventeranno confit. La feta perderà parte della sua acqua diventando cremosissima, ma va servita calda di forno perchè se la lasciate raffreddare diventa quasi elastica e non è più spalmabile.
 

 

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