Food photography. The prop-pushers list!

by Rebecca
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“Una ciotola fa primavera!”
cit. tratta da Il curioso caso di Rebecka Sendroiu*

Chi ha un sito o un blog di cibo e fotografia, ben presto sviluppa una certa mania di possesso di oggetti apparentemente inutili. Apparentemente! Ciotole, ciotoline, bicchieri, bicchierini, tazzine, mug, piattini, piatti, piatti fondi, tortiere, stampi di ogni tipo, taglieri nuovi o usati, posateria di ogni tipo rimediata dal cassetto della nonna, della zia, della vicina che se ne vuole sbarazzare, presa al mercatino dell’usato, contesa a qualche asta on line, tenuta d’occhio su qualche sito, scovata nei mercatini liguri per i quali hai prenotato il biglietto del treno con largo anticipo. E perchè no, tutti quei apparentemente inutili pezzetti di stoffa presi in ogni dove, dai siti, dall’amica, dalla suocera, preso da quel negozietto particolare a Parigi, dove sei volata non dico apposta ma quasi. Ogni cosa diventa il prop giusto per la food photographer/stylist.
 

Poi quando il marito, la figlia, il vicino, il commesso del supermercato, l’ortolano, il rigattiere, il ragazzo della cantina, il macellaio e tutti quelli che hanno avuto la ‘disgrazia’ di incrociarti con gli occhi sbarrati, illuminati dal furor ispirazionale-iperattivo, pensano e credono convintamente che tu abbia toccato il fondo delle cose possibili da fare, inventarsi, chiedere, pretendere! … Salvo poi vederti entrare in un cantiere edile con la camicetta con un accenno di sbottonatura e il sorriso fresco di sbiancamento, mentre sciogli le chiome fluenti e le sventoli profumate davanti agli operai che a quel punto non solo ti daranno le assi di legno vecchie che hai chiesto e che nessuno si sognerebbe mai di volere oltre a te, ma ci aggiungono anche qualche chiodo arrugginito, la vecchia persiana che hanno smontato dal casolare che stanno ristrutturando e volendo, il numero di telefono per un’altra esperienza simile.
Ma non è finita, perchè in vacanza ogni porta o persiana diventa oggetto del desiderio, mentre blatteri in lingue sconosciute qualcosa del tipo: “quella porta borchiata dell’800 sarebbe perfetta come sfondo per le foto delle torte da credenza!” e il pazientissimo e santissimo marito si gira e guardandoti con occhi compassionevoli e ti picchietta sulla spalla dicendo: “Coraggio amore, non è così grave come sembra!”
Riderete voi altri, quelli che non hanno preso seriamente il fatto di scattar foto di cibi, che non siete del ‘mestiere’ e che non condividete la vostra vita con una di quelle folli e magiche creature sopra descritte. Ma che ci volete fare, ognuno nella propria vita sviluppa manie più o meno imbarazzanti e oserei dire ingombranti.
Beh, alle mie amiche di food, alle mie colleghe di food photography e food styling voglio lasciare la mia personalissima lista di props-pushers come li chiamo io in modo ironico e un pò romantico, che aggiornerò periodicamente in base alle nuove scoperte.
 
Il mio preferito in assoluto è Anthropologie. E’ un negozio che lascia il marchio sulla pelle e anche sul portafogli in certi casi. Hanno oggetti culturalmente e ‘food-antropologicamente-photography’ chic. Della serie: “Una ciotola fa primavera!”
E le ciotole fanno primavera anche da Creative Tops che hanno lo store on line sia all’indirizzo ufficiale, sia su Amazon ed eBay. E’ uno dei miei fornitori ufficiali di droghe di ceramica e io vi consiglio di usarlo in presenza di un adulto saggio, emotivamente equilibrato e non coinvolto. Crea dipendenza!
Il CB2 è un altro regno degno di nota e fa spedizioni verso l’Italia.
Vale lo stesso per Crate & Barrel il quale ha interessanti props ed effettua spedizioni verso l’Italia.
Un altro sito che crea dipendenza è Sur la Table ma con il quale le spedizioni non sono sempre easy take&go, anzi, bisogna pagare con assegno o voucher da spedire in America, alla ricezione del quale poi spediscono la merce e in base al peso e dimensioni del pacco si paga in più lo sdoganamento. Diciamo che è uno di quei negozi da sogno, il quale sogno diventa realizzabile se fatte una capatina in America e capitate in uno dei loro store. Ma è spettacolare, anche solo per gustarselo con gli occhietti. 😉
Non possono certo mancare i giretti su Etsy dove si trovano proposte di artigiani dall’Europa, dall’America e dalla lontana Australia. Ho visto certi piatti unici nella loro fattura, bellezza e perfezione da rimaner senza parole. Ma occhio con le spedizioni. Certe volte un set di piatti che credevi di pagare solo 40 euro spedizione inclusa dall’Australia, si svela poi essere quella delusione del tipo “mi devi dare altri 30euro per lo sdoganamento” e in quel caso le alternative sono due: o mandi all’ospedale quelli della dogana con un trauma cranico da piatto in testa, oppure paghi il tot in più per avere i tuoi splendidi e desideratissimi piatti.
Cose che solo un food blogger/food photographer/food stylist può fare.
Degno di considerazione ritengo sia anche Amazon e il più classico eBay, il mitico Vega con le sue forniture alberghiere.
Confesso di aver trovato cose utili e preziose anche al mio supermercato abituale Esselunga, come tovagliette e posate e io tengo volentieri d’occhio anche il mitico Maisons du Monde.
E mai, ma poi mai potrei o vorrei sottrarmi al mio mitico IKEA, che non ha bisogno di presentazioni di alcun tipo.
Poi rigattieri e mercatini dell’usato e come dicevo prima, senza troppo scherzare, nonne e vecchie zie. Loro hanno sempre un corredo ben fornito di tovaglie, posaterie e attrezzi da cucina dell’anteguerra.
Tutto dipende dallo stile che scegliete di adottare nelle vostre fotografie, se le volete vintage, minimal, optical, shabby, nordic, total white o total black.
Mentre scrivevo questa piccola guida all’acquisto compulsivo, ho realizzato che presto dovrò farvene una speciale su Parigi, perchè quella città merita un mio post, magari anche due per i luoghi dove rifornirsi di caccavelle, per le quali portarsi due valigie in più e soprattutto un post sui luoghi dove merita mangiare.
E detto ciò, dolci fanciulle, mentre vi avrò tutte sulla coscienza per i vostri acquisti compulsivi, vi auguro un felice Ferragosto, o Feriae Augusti, come nella amata Antica Roma.* Il curioso caso di Rebecka Sendroiu è quel libro che ancora non esiste, che probabilmente scriverò di getto tra 5 anni per raccontare le evoluzioni o involuzioni di una food blogger, di una food know-all aka tuttologa (let me be ironic), svarionata il cui cervello si sarà ufficialmente trasferito in Polinesia (e chiamatelo scemo!!!)
 
 
 
 

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5 comments

Simo 14 Agosto 2014 - 20:10

concordo perfettamente…anche io amo da impazzire tutte queste cose e me ne riempirei casa (non ti dico la felicità di mio marito…….. :()
bacioni e buon ferragosto!

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giochidizucchero 14 Agosto 2014 - 23:32

😉 simpatico e utile il tuo post, cara! Un bacio e buon ferragosto!

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monica 17 Agosto 2014 - 14:12

Bellissimo questo post Rebecca. Che dire se non che hai proprio ragione su tutto?
Le mie foto sono ancora piuttosto semplici e “nude” ad essere sincera, ma anche io amo tutta quella serie di oggetti e vettovaglie e piatti e tazze (e chi più ne ha più ne metta) che molte blogger utilizzano e pure io ne comprerei ad ogni angolo se non fosse che soldi e spazio scarseggiano nella mia dimora…..

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Virginia S. Il GattoPasticcione 19 Agosto 2014 - 8:34

Esattamente quello che da circa 3 mesi a questa parte faccio in modo compulsivo, ricerca disperata di ciotole, bicchieri, posate e quant'altro e mio marito che appena mi vede puntare qualcosa pensa “ecco ha adocchiato qualcosa”.Lui dice che cambio espressione!!! Un abbraccio

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Anonimo 28 Agosto 2014 - 16:01

Ti vedo sempre meglio Reby! Da quando hai aperto questa porticina un mondo colorato si e' materializzato davanti ai tuoi occhi luminosi ^.^

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