Pumpkin and dates mini cake with cream cheese frosting

by Rebecca
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Mescolo in me giornalmente il senso di schiavitù al sentimento di libertà e superbia. Proclamo a gran voce il mio voler essere libera. Libera di esprimermi senza dover pesare le parole. Libera di cercare, di scovare, di provare, di sentire sulla pelle l’effetto che fa.
Pretendo di avere la libertà di sbagliare nel rendermi ogni volta schiava dei sentimenti, perfino dei più effimeri e fragili. Salvo poi comprendere che ancora una volta l’istinto non sbagliava, tanto che inizi ad odiarlo, a farci a botte, perché ogni volta ti annuncia efficacemente qualcosa che non hai più nemmeno il gusto di sperimentare. Tanto già sai come va a finire.
Siamo schiavi e liberi di esserlo. Perché ogni giorno decidiamo consapevolmente la nostra schiavitù. Ad altre non possiamo sottrarci.
In questo periodo cercano di minare la nostra libertà. Provano a metterci gli uni contro gli altri, provano a destabilizzarci e far saltare quella speranza alla quale ci aggrappiamo, l’equilibrio per il quale lottiamo. E’ sempre stato così, in ogni epoca.
Finché non perdi una parte di te, forse riesci ad ignorare l’odio, la cattiveria, l’orrore. Ma non è facile rimanere centrato. Non quando intorno a te tutti sono diventati esperti anticrimine, antiterrorismo, esperti del corano.
Ma io ignoro. Ignoro perché mi viene ancora facile, guardando da lontano e non coinvolta. Mi viene facile quando ho ancora negli occhi la luce di Parigi. Quella no, non si può spegnere.
Lei è lei, possono sfregiarla, offenderla, ferirla, spogliarla, lei rimane comunque Lei. Luminosa! Colorata! Immensa! E no, non parlo delle dimensioni, ma parlo di quel guscio elastico che è per la moltitudine che l’abita. Lei si è fatta capace. Si è fatta capace di accogliere anime, per secoli. Ha lasciato benessere agli amanti, ricordi, ha offerto parole ai poeti e note melodiose ai musici, ha dato luce e colore agli acquarelli sbiaditi dei pittori, ha gonfiato di gratitudine il petto degli artisti di strada. Lei è Madre. Porta la Vita in se. Forse questo tanto disturba chi vorrebbe invece portare solo morte.
Ma non c’è spazio per quella. E’ un avvenimento. Ma non è il quotidiano. La strada è sbarrata a quello. Perché Parigi è il luogo nel quale ti riconosci e trovi rifugio, anche quando una casa ce l’hai.
Questa è la Parigi che io conosco. Dove gli affanni svaniscono quando sei abbastanza in alto da comprendere ciò che lei è, quando puoi contemplare oltre i tetti tutti i respiri, tutti i colori, quando puoi riempirti le orecchie di tutte le musiche, di tutte le lingue melodiose.
Questo è Lei e non si può annientare.
E per ricordarla, così, ho deciso di unire sapori mediterranei a sapori più europei. Zucca e datteri, a chiuderli e legarli insieme le spezie. Perché la mia cucina ha lo spirito parigino, non francese tutto sommato, non solo, ma parigino. Con tutti i sapori che si incontrano.
Allora per ricordare chi siamo, perché siamo e cosa dobbiamo sforzarci di rimanere, io vi lascio in dono la mia ricettina per delle torte davvero speciali, se decideste di festeggiare il Ringraziamento, come io farò la prossima settimana. Perché sì, quest’anno ho molte cose per le quali essere grata.

 

 

Ingredienti per 24 tortine (o per una tortiera da 21cm di diametro): 200gr di zucca cruda (da cuocere a vapore), 130gr di datteri denocciolati, 100ml di acqua bollente, 90gr di burro molto morbido, 170gr di zucchero muscovado, 2 uova grandi, 1/2 cucchiaino di scorza di arancia, 1/4 cucchiaino di spezie, 3 cucchiai colmi di yogurt naturale, 1 bustina di lievito, 180gr di farina 00, 80gr di farina integrale, 1 pizzico di sale + per il frosting: 500gr di formaggio spalmabile tipo quark, 80gr di miele, sciroppo di datteri per guarnire

Preriscaldate il forno a 180°C.
In una ciotola mettete i datteri tagliati e coprite con acqua bollente. Cuocete a vapore la zucca e schiacciatela con una forchetta.
Nella planetaria mettete le uova intere con lo zucchero e lavorate finché non avrete un composto soffice e spumoso. Aggiungete il burro, lo yogurt e mescolate a mano con una spatola. Aggiungete le farine, le spezie, il lievito e il sale e incorporate.
Passate nel food processor i datteri e l’acqua e frullate fin quando non saranno sminuzzati. Infine unite la polpa schiacciata della zucca e i datteri ridotti in crema.
Distribuite il composto in stampi da financiers imburrati e infarinati, riempiendoli per metà. Infornate e fate cuocere per circa 25-30 minuti.
Nel frattempo lavorate con un cucchiaio il formaggio con il miele e lasciate in frigo.
Quando le tortine saranno pronte, lasciatele raffreddare e guarnite con la crema di formaggio. Decorate con un po’ di sciroppo di datteri o se non l’avete, usate dello sciroppo d’acero.

 

 

 

 

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2 comments

Fabrizia 20 Novembre 2015 - 15:22

Temo di dovermi ripetere, ma è soltanto la seconda volta che vengo qui, avvolta da profumi caldi e familiari, ammaliata dalla luce dorata e rimango nuovamente senza parole davanti alle tue riflessioni così intime e sincere, che esprimono la coralità di un desiderio di pace e bellezza, che par fluire direttamente dal cuore..anche io certo festeggerò il Ringraziamento, perché ho davvero molto di cui esser grata, compresa questa tua amicizia luminosa e piena di calore, che con generosità mi hai offerto..questi piccole, confortanti tentazioni autunnali ti rispecchiano in pieno: dolci, speziate ed affascinanti!
Ti abbraccio,
Fabrizia

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Paola 21 Novembre 2015 - 7:36

Avere la forza di ricominciare e andare avanti, di capire che la vita non è quella, non è il terrore in cui vorrebbero obbligarci a vivere, la paura che vorrebbero insinuare nelle strade che percorriamo. Avere la forza di sorridere nonostante tutto, di prendere una metro sfogliando un libro, di aver fiducia nel prossimo senza guardarsi intorno con l’orrore di quella sera. Mi ritrovo perfettamente nelle tue parole. E mi ritrovo in questi sapori autunnali e dolci. Ti abbraccio. Buon weekend

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