Mulligatawny Soup with radish sprouts

by Rebecca
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Mulligatawny Soup with radish sprouts

Sono sempre stata un’impavida viaggiatrice tra i sapori. Ciò che il tempo e il denaro non mi ha concesso di prendermi per perdermi in viaggi reali in giro per il mondo, me lo sono concesso culinariamente parlando.
Sono sempre alla ricerca di ingredienti nuovi, da sperimentare e da mescolare a ciò che già conosco. Ingredienti capaci e colpevoli di catapultarmi in luoghi distanti, in grado di rievocare in me memorie che sono ancestrali, che forse fanno parte della memoria stessa del DNA, qualcosa difficile da spiegare e forse per certi versi difficile da comprendere.
Ma lo credo, lo credo possibile. Credo possibile il fatto che il DNA abbia una sua memoria emozionale e fisica. Altrimenti non saprei spiegarmi come certe pietanze per me siano familiari, come certi sapori sembrano venirmi incontro da ieri, da quel ieri che rappresenta infanzia, quando so con precisione che è materialmente impossibile che io quella cosa l’abbia già mangiata.
Questa cosa mi capita spesso con il cibo indiano, greco e creolo. Come se io da sempre cucinassi o fossi a conoscenza di talune ricette.
Chissà che proprio in quei luoghi, di queste cucine, io non abbia abitato in qualche vita passata o qualche antenato molto, molto lontano non vi abbia vissuto. Forse se ne spiegherebbe l’amore, pur non avendo frequentato certi posti.
La ricetta di oggi era in lista da un po’ di tempo e come accade per quasi tutte le mie ricette, ho avuto modo di mangiare la versione che più assomiglia all’originale e ho avuto anche modo di svilupparne una mia, secondo i miei gusti e i miei sentimenti del momento.
La Mulligatawny è considerata da alcuni il piatto nazionale dell’India e a seconda delle regioni vi sono diverse versioni. Vegetariana, con latte di cocco, agnello, pollo, patate dolci, lenticchie.
Forse riuscirò a proporvi le mie versioni personalizzate e rivisitate, alcune portate direttamente da un ristorante indiano in cui ho mangiato a Parigi.
Oggi vi propongo una versione vegana, di semplice, semplicissima realizzazione.

fresh turmeric

Mulligatawny Soup with radish sprouts

Ingredienti per 4 porzioni: 2 patate medie, 3 carote, 2 spicchi d’aglio, 1 radice di curcuma fresca grande quanto il mignolo, 130gr di riso, brodo vegetale circa 700ml o più (sedano, cipolla, carote), 5gr di zenzero fresco grattuggiato, 3 cucchiai di latte di cocco, sale qb, una manciata di germogli di ravanello, peperoncino in fiocchi, olio EVO

In una casseruola capiente mettete circa 5 cucchiai di olio EVO, gli spicchi d’aglio schiacciati, le carote e le patate tagliate a cubi. Soffriggete a fuoco basso per qualche minuto, poi aggiungete il riso, la radice di curcuma grattugiata, coprite con il brodo caldo e lasciate cuocere a fuoco medio-basso per circa 35 minuti. Se il brodo viene assorbito troppo, aggiungete altro brodo caldo. Infine unite lo zenzero, il latte di cocco, aggiustate di sale e passate con il minipimer in modo da ottenere una vellutata. Potete anche fare a vellutata solo una parte del Mulligatawny, in modo da avere diverse consistenze.
Distribuite nelle ciotole e decorate con i fiocchi di peperoncino e i germogli di ravanello.
I germogli oltre a dare una consistenza croccante alle prime cucchiaiate di zuppa, daranno una piccantezza persistente, diversa da quella del peperoncino.

Mulligatawny Soup with radish sprouts 2

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4 comments

Messàpico 15 Marzo 2016 - 8:57

Semplicemente sorprendente per i tanti sapori e sensazioni che regala al palato. UNICA!

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Rebecka 16 Marzo 2016 - 11:31

Felice di sorprenderti sempre!

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Francesca P. 15 Marzo 2016 - 13:15

Vedere la curcuma fresca è sempre un piacere e mi sembra che tu l’abbia resa ancora più bella, in foto… sì, l’hai celebrata benissimo, facendo appoggiare la luce nei punti giusti… e questo è un dono, come chi sa toccare le cose con delicatezza, ma in modo incisivo…
Che adori ogni tipo di vellutata non è di certo un mistero, ma non conoscevo questa ricetta e tu sei una coinvolgente compagna di scoperte, pensieri e bellezza, forse le uniche cose di cui mai, mai sarò sazia…

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Rebecka 16 Marzo 2016 - 11:34

In questo foto ho ripreso in mano la mia vecchia bimba, la 600d. E che emozione. Come aprire una vecchia stanza nella quale non si entrava da un po’. D’ora in poi credo che per il blog la utilizzerò più spesso.
Questa ricetta te la consiglio proprio Franci, dico davvero sai! E’ talmente buona che il fondo della ciotola non dovrebbe mai vedersi. Poi con questo inverno così poco salutare che abbiamo attraversato, direi che della carica benefica della curcuma ancora abbiamo bisogno, almeno fino a maggio.
Ti abbraccio forte

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