Brussel sprouts, avocado and green apple salad with cranberries and pomegranate seeds

by Rebecca
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{English recipe below}

Stamattina raccontavo ad un amico di penna quanto mi manchino quei lunghi inverni nevosi della mia infanzia.
A quei tempi in Romania, anni ’80, si alternavano lunghi giorni e notti con tormente di neve, ad altrettanti giorni sereni, sgombri da nuvole, ma gelidi a -20°C.
In quei giorni gelidi, riuscivo a camminare sulla neve senza rompere il manto bianco, senza intaccarlo. Quel manto rimaneva intatto sotto il mio peso, a ricordarmi che non sempre le cose più belle sono anche le più fragili, le più fugaci. Non allora. Non nel mio primo decennio di esistenza, in cui leggerezza tornava spesso di nascosto a sollevarmi dai dispiaceri che nessun bambino dovrebbe sperimentare.
C’era freddissimo, ma nulla mi fermava dall’uscire fuori. Un freddo pungente che sembrava dovesse tagliare la pelle, con un vento penetrante, secco, come se ti scagliasse contro mille aghi.
Nonna passava gli ultimi giorni dell’estate e i primi dell’autunno a lavorare a maglia tutta la lana che era riuscita a cardare in primavera. Avevo maglioncini, pantaloni, guanti, cappellini e calze tutti in lana. Tutti fatti dalle sue meravigliose mani. Uscivo fuori a giocare e sembravo una matassa di lana ambulante, infagottata e imbottita come un cuscino, e quando tornavo ero ricoperta di zolle di neve ghiacciata, da testa a piedi. Rotolavo nella neve incurante del rigore del tempo, della rigidità dei blocchi di ghiaccio che mi si formavano addosso. Con gli stivali ci mettevamo di impegno a comprimere e battere la neve sotto i piedi finché non diventava una lastra di ghiaccio sulla quale, con slanci emotivi e incoscienti, ci buttavamo e slittavamo agilmente dall’inizio alla fine di quei cordoni pericolosi e odiati dagli adulti.
Quando no sentivo più le mani e i piedi, quando il naso sembrava essersi staccato, solo allora tornavo in casa e mi immergevo dolorante nell’acqua calda, insopportabile. Poi incollavo il naso alla finestra a guardare i bellissimi fiori di ghiaccio che si formavano sul vetro e rimanevo così, incantata, fino all’ora in cui Morfeo mi reclamava. Non ho più visto quei fiori di ghiaccio.
E sì, ho confessato, ho ammesso come ogni anno, da molti anni a questa parte, quanto mi manchino quei giorni. Non solo per la spensieratezza e perché avevo ancora accanto a me la mia nonnina…mi mancano perché non avevamo niente al di fuori di impressionanti quantità di neve, ma nessuno si lamentava. Nessuno si lamentava perché l’autobus non passava o perché i binari del tram ghiacciavano. Non c’erano spazzaneve a sgombrare le strade, ma solo una moltitudine di cittadini che univano le forze per cercare di liberare certi passaggi.
Nessuno si lamentava, le persone erano oneste e felici e si rideva e si godeva con poco.
Ora siamo tutti infelici. Infelici nelle nostre case, con luce, gas e riscaldamento a piacimento, con cibo in abbondanza. Ora siamo infelici sempre. Insoddisfatti, mai sazi di nulla. Compriamo e ci circondiamo di cose inutili che non ci saziano se non per un fugace attimo, che non ci soddisfano, che non riempiono il vuoto che quegli anni di felicità si sono portati via, passando.

Oggi tutti brontolano per due fiocchi e sono sempre di malumore. E sono infelici per la pioggia, per la nebbia, per il sole.
Non vedo un Natale bianco dal 2001 ed è moltissimo, troppo tempo per una fanciulla di neve come me.
Quindi no, nemmeno quest’anno voglio giustificare il mio desiderio di un Bianco Natale!
In compenso, per farmi perdonare da chi la neve la detesta, vi lascerò questa ricetta che ho perfezionato ieri in uno di quei #meatlessMonday che ultimamente mi hanno preso la mano.
Si tratta di un’insalata molto ricca e salutare, senza derivati animali, quindi perfetta anche per chi segue un regime alimentare vegano.
Ecco di cosa avete bisogno…

Ingredienti per 4 persone: 400 gr di cavoletti di Bruxelles freschi, 1 mela Granny Smith, 2 avocado maturi, 100 gr di mirtilli rossi disidratati(cranberries), 1 tazza di semi di melograno, 100 gr di gherigli di noci, 4 clementine, cipolla rossa a piacere + 20 ml di olio extravegine d’oliva, il succo e la scorza di un limone biologico di medie dimensioni, 1 cucchiaio di aceto di mele, 1 cucchiaio di sciroppo d’acero, 1 cucchiaino di zenzero fresco grattugiato, sale e pepe q.b.

Preparazione:
Lavate i cavoletti e privateli del primo strato di foglie. Tagliateli finemente con l’aiuto di una mandolina tagliaverdure. Lavate accuratamente la mela e se serve tenetela in acqua tiepida ed aceto. Tagliate anche questa finemente con l’aiuto della mandolina e fatte la stessa cosa con la cipolla rossa. Tagliate a fette spesse mezzo centimetro l’avocado.
Mettete tutto dentro una ciotola capiente e aggiungete i gherigli di noci, i mirtilli rossi disidratati e i semi di melograno.
Infine preparate il condimento mettendo in una ciotola l’olio, il succo e la scorza di limone, l’aceto, lo sciroppo d’acero, il zenzero fresco, sale e pepe. Mescolate bene tutti gli ingredienti e condite l’insalata.
A piacere, per chi lo volesse, potete aggiungere un mix di semi di lino, girasole e zucca e scaglie di grana.

Brussel sprouts avocado green apple salad with cranberries and pomegranate seeds

Porzioni: 4

Ingredienti

  • 400 gr of fresh Brussels sprouts
  • 1 Granny Smith apple
  • 2 ripe avocados
  • 100 gr of dried cranberries
  • 1 cup of pomegranate seeds
  • 100 gr of walnuts
  • 4 peeled clementines
  • red onion to taste +
  • 20 ml of extra virgin olive oil
  • the juice and zest of a medium-sized organic lemon
  • 1 tablespoon of apple vinegar
  • 1 tablespoon of maple syrup
  • 1 teaspoon of freshly grated ginger
  • salt and pepper to taste

Istruzioni

  • Thinly slice the Brussels sprouts, the apple and red onion using a mandolin.
  • In a bowl whisk together the lemon juice and zest, olive oil, the apple vinegar, mapple syrup, grated ginger and season with salt and pepper.
  • Pour the dressing over the Brussels sprouts and apple and toss to coat well.
  • Add finally all the other ingredients.

 

 

 

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4 comments

Francesco 4 Dicembre 2018 - 19:41

Io ti ascolto, mi commuovo
e tu…
parlami di tanti anni or sono, con la tua dolce
poesia, con il tuo cuore delicato e l’anima leggera,
così, come ora stai scrivendo tu, che non mi ascolti…
e non puoi…
La vita scorre e la somma nostalgia continua ed
è meglio trasformare in arrivederci…
ciò che sembra finito.

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Rebecka 6 Dicembre 2018 - 12:36

Francesco, grazie per le tue parole!

Reply
Francesca 5 Dicembre 2018 - 21:00

Mi piace chi si prende delle pause, chi riflette e pondera i suoi futuri passi, chi si fa domande anche senza trovar subito le risposte. Mi piace chi sceglie il cambiamento a fasi cicliche, chi non si accontenta di ciò che sa e ha e vuole camminare ancora o oltre, chi prende una penna e dei colori e ridisegna tutto: abiti, template, spazi, forme, linee, geometrie, pensieri, pezzi d’anima. Mi piace chi rende le insalate speciali e trasforma in piccole poesie ciò che tocca e mescola. Mi piace chi ricorda e custodisce il passato come il più prezioso dei doni, nel cassetto della credenza di cui mai si perderà la chiave. Mi piace chi torna e sa la strada di casa, chi sa il valore delle cose importanti… e di se stessa.
Sapevo che ti avrei ri-trovata qui, era solo questione di attesa… e di stagione giusta 🙂

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Rebecka 6 Dicembre 2018 - 13:20

Franci, solo tu sai “scavare” così bene tra le righe di quello che scrivo. Solo tu sai vedere sotto una certa luce certi miei tratti. Sono tornata, rinnovata negli intenti. Non so se sarò capace di restare o le strade mi porteranno altrove, certo è che questo luogo mi è caro. E lo sa….Credo non mi giudicherà se vagabonderò per il mondo e non tornerò presto con abbracci, ricette e parole nuove. Una casa in fondo, ti aspetta sempre, per quanto lontani i tuoi passi si spingano.
Questa è la stagione giusta….lo è…! Per fare molto, per dare molto!

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