My flaky apple pie biscuits

by Rebecca
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C’è qualcosa di divertente negli anni che passano, qualcosa di divertente ed inafferrabile. Io sono una madre di 36 anni, moglie, amica e figlia affettuosa. Per lo meno, all’anagrafe dicono che ho 36 anni e lo dice anche il mio crudele specchio che guardo sempre più di rado. Ma è come mi sento dentro che lo trovo divertente, perché fin tanto che non mi scontro con la carta di identità o lo specchio io so di essere una dodicenne che corre scalza e salta sugli alberi, una sorte di “baronessa rampante”. Non mi arrampico più sugli alberi, non ho costituito uno stato fondato sugli alberi, il corpo ha perso un po’ quella elasticità, ma non la mia mente. Forse nella mia mente tutto è ancora sospeso e ho ancora 12 anni, proprio come il Cosimo Piovasco di Rondò che Calvino ha descritto con sapienza.
Non so dire perché proprio 12 anni o forse sì, dal momento che vivevo sola con mia nonna e credo sia stato uno dei momenti più felici della mia esistenza.
Ho 12 anni e malgrado i dispiaceri, dopo aver fatto dono di cibo per onorare la memoria del mio adorato nonnino, suo amato consorte, guardo fuori. Il novembre che ricordo era già bianco. Io conto i giorni che mi separano dalla notte di San Nicola e dagli aghi di abete nei piedi.
Guardo come sempre le luci dei condomini accendersi. Non immagino ancora i miei 20 anni, i miei 30, o i miei 36 anni. Non lo faccio perché amo tanto quella mia beata ignoranza, innocenza e inconsapevolezza.
Ho 36 anni e non è cambiato nulla, vorrei che il tempo non fosse trascorso e si fosse congelato così.
Domenica sera io e la mi piccolina stavamo guardando Breaking Dawn, prima parte della saga di Twillight. Lei è così curiosa ed emozionata del bacio appassionato che Edward si scambia con la sua Bella, sull’altare.
Mi guarda e ne nasce un dialogo.
«Mamma, come si baciano, guarda!! Perché si baciano così?»
«Perché si amano tanto, cuore mio. Le persone che si amano si danno tanti baci.»
«Come la mia mamma e il papà?»
Sorrido e la guardo.
«Come la mamma e il papà amore, è vero. Quando sarai grande anche tu avrai qualcuno da amare così tanto.»
«Ma io voglio un fidanzato della mia misura mamma.»
La guardo con occhio curioso ed inizio ad indagare il suo pensiero “della mia misura”.
«In che senso “della mia misura”, amore?»
«Della mia misura, così, come sono io, ora. Perché io non voglio diventare grande. A me piace essere piccola e amata da mamma e papà e io non voglio diventare grande, voglio rimanere della mia misura, avere qualcuno da baciare della mia misura e voglio che mamma, papà e i nonni rimangano della misura di ora.»
L’ho ricoperta di baci. Perché altro non potevo fare, se non stringerla a me, baciarla su quella testolina tanto brillante e sperare di essere più forte del tempo, tanto forte da congelarlo, isolarlo, intrappolarlo e non farlo più scorrere.
Ma la verità è che sono solo una donna di 36 anni, madre perdutamente innamorata di quella pargoletta d’amore e di quel meraviglioso uomo che ad un certo punto è arrivato nella mia vita facendomi incredibili doni di tempo e amore. Il tempo non lo fermo, non ne sono capace, ma cerco di godermelo. Cerco di prendere solo il buono del suo scorrere, di farne tesoro.
La verità è che corre. E il suo correre è più forte delle mie gambe, che non hanno quella stessa forza, per poter tenere il passo con lui. Forse anche questo mi manca dei miei veri 12 anni. Il tempo allora era lento, scandito. Potevo quasi sentire il suono dei secondi, dei minuti, delle ore, dei giorni. Ora i secondi sono pressati dentro ai giorni, senza via di fuga. Pressati, compressi, intrappolati, stressati.
Come noi, che ne siamo un po’ schiavi. Allora non lottavamo contro il tempo. Allora c’era tempo per tutto, ora non ci basta più, non abbiamo più tempo, ci sfugge e ci perdiamo nel rincorrerlo e fermarlo.
Anche quando faccio dolci mi sembra di avere sempre meno tempo. E forse è proprio in quei momenti che lo afferro e tengo stretto.
Questi biscuits che vi propongo oggi mi catapultano indietro nel tempo, prima dell’89, quando cacao, farina, uova, latte e altre cose erano un miraggio. Ma le mele, quelle fortunatamente non mancavano.
Mele, cannella e strutto, perché nonna nelle sue preparazioni dolciarie lo usava spesso. Ma non lo strutto che si vede oggi, così cremoso da sembrar burro. Era filamentoso e non filtrato. E rendeva i dolci una vera avventura e goduria. Friabili e molto molto flaky, come dicono gli anglofoni.
Io ho rivisitato l’impasto e scelto la mia adorata crust pie come base, che non si discosta molto da quella di nonna, fuorché per una briciola in più di farina e il burro al posto dello strutto. Sono i biscotti per il giorno del Ringraziamento, Thanksgiving, che qui giovedì sera abbiamo deciso di celebrare in famiglia, perché anche quest’anno abbiamo molto di cui essere grati.


Ingredienti per la crust pie: 380g di farina 00, 50gr di zucchero, 1 cucchiaino di sale, 250 gr di burro freddissimo, 125ml di acqua ghiacciata, 1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia
Per il ripieno: 2 mele grandi, 70gr di zucchero, 1 cucchiaio di cannella in polvere

Preparazione delle mele caramellate: sbucciate le mele, tagliatele a metà, privatele del torsolo e tagliatele a fette spesse 2 centimetri. Mettete lo zucchero in una casseruola e rovesciate le mele tagliate sopra. Scuotete leggermente la casseruola in modo che le mele vengano ricoperte dallo zucchero e lasciate andare a fuoco lento per circa 10 minuti. Aggiungete infine la cannella e spegnete il fuoco.
Preparazione della crust pie:
Mettete tutti gli ingredienti secchi nel food processor a lame insieme al burro freddissimo tagliato a cubetti. Fate andare le lame in modo alternato e per poco tempo, circa 5 sessioni (giri) da 2-3 secondi. Dovrete ottenere un impasto sabbioso nel quale si vedano fiocchi di burro piuttosto grossi. Mettete in una ciotola, coprite con pellicola e lasciate riposare in frigo nella parte più fredda per 1 ora, oppure come faccio io, nel congelatore per circa 15minuti.
Trascorso quel tempo riprendete la farina e unitevi l’acqua freddissima. Mescolate velocemente con una forchetta e rovesciate il tutto su un ripiano ben pulito. Schiacciate la farina con le nocche perché i palmi delle mani sono sempre troppo caldi. Schiacciate e compattate bene fin quando non avrete infine una palla di impasto ben soda. Riponetela nella ciotola, coprite e lasciate nel freezer per circa 15 minuti.
Trascorso il tempo, riprendete l’impasto e dividetelo in due. Tirate la sfoglia velocemente aiutandovi con un mattarello e della farina. Dovete ricavare due rettangoli da mezzo centimetro di altezza che sovrapposti combacino. Io per regolarmi ho usato la misura della placca del mio forno.
Ricoprite la placca del forno con carta forno e disponete il primo rettangolo di pasta. Distribuite le mele caramellate con tutta la salsina che avranno lasciato, ricoprite con il secondo rettangolo di pasta, ripiegate i bordi e tagliate a quadratini 7cm x 7cm. Preriscaldate il forno a 180°C e mettete e lasciate cuocere i biscuits per circa 30 minuti. Potete servire caldi di forno con una palla di gelato alla vaniglia o a temperatura ambiente.

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12 comments

Stef@ 25 Novembre 2015 - 7:06

Ma com’è che è sempre un bellissimo viaggio leggerti?! In più mi fai ricordare cose che anche se in modo diverso si assimilano alle tue! Ungrande abbraccio a te e alla tua dolce family!

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Rebecka 25 Novembre 2015 - 16:49

Grazie di cuore Stefy.

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Paola 25 Novembre 2015 - 7:13

Non sai quante volte ho avuto la tentazione di voler fermare il tempo, di voler tornare indietro e rivivere la spensieratezza di alcuni anni, forse quelli della mia infanzia, più ce dell’adolescenza. E molto spesso mi sento ancora insicura come quella bambina che osservava i grandi coi suoi occhioni neri e ne cercava l’approvazione che arrivasse anche solo attraverso un sorriso. Oggi, come allora, ho momenti in cui vacillo, in cui cerco una mano tesa a tenermi stabile al terreno. Ma oggi, più di allora, più di un anno fa anche, posso dirmi più sicura di alcune cose, più “donna” in un certo senso e meno bambina. E se il mio thanksgiving lo devo fare, lo posso fare a chi ho incrociato sul mio cammino in quest’ultimo anno e a me stessa, per essermi lanciata a occhi chiusi, come quando andavo sull’altalena e lasciavo che salisse su veloce per poi scendere di nuovo.
Ti abbraccio forte

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Rebecka 25 Novembre 2015 - 16:51

Certe insicurezze forse non le abbandoneremo mai. Ma forse è anche giusto che sia così.
Un abbraccio immenso

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Erika 25 Novembre 2015 - 9:24

Ciao! Che meraviglia di foto… e che meraviglia di biscotti… io sogno tutte le volte che passo da te… <3

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Rebecka 25 Novembre 2015 - 16:51

Grazie di cuore Erika. 🙂

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Ketty Valenti 25 Novembre 2015 - 10:24

Che importanza può avere la C di identità,l’anagrafe e robe simili se poi lo spirito è giovane?! c’è gente vecchia a 30 anni ahimè ed è un peccato perchè credo che non si riescano a cogliere tutte le fantastiche sfumature della vita,già spesso pesante.
Hai realizzato qualcosa di goloso in pochi gesti,fantaastico!

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Rebecka 25 Novembre 2015 - 16:52

Anche questo è vero Ketty. E ben venga l’eterna fanciullezza.
Questi biscotti sono qualcosa di terribilmente buono.

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lisa 25 Novembre 2015 - 12:25

Spettacolari!!
Ne mangerei la teglia intera!!

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Rebecka 25 Novembre 2015 - 16:54

Come abbiamo fatto noi in casa. 😀 Ormai preparo il doppio della dose, metto in teglia e congelo. Quando sono congelati alla perfezione, trasferisco in sacchetti e conservo così. E quando serve, bastano 10-15min in più nel forno, o scongelarli su una teglia dalla sera prima. 😉

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Francesca P. 25 Novembre 2015 - 13:09

Mi hai trasmesso… calore. Con le parole, con l’immagine di te e della tua piccola che parlate di cose così importanti con un candore speciale che non conosce età e con il sapere che gli amori che resistono al tempo esistono e che alcune persone sì, sono capaci di cambiarti la vita… per sempre. A casa tua io respiro Amore e credimi, è così raro… perchè anche quando pensi ci sia, in realtà spesso non è puro, o si è nascosto o in molti fingono di sentirlo mentre si è perso per strada… leggerti mi ha dato conforto, ecco. La speranza di fiammelle accese e la bontà delle mele caramellate…

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Rebecka 25 Novembre 2015 - 16:58

L’amore è una rara fortuna. Mantenerlo vivo, vibrante non è facile. Non conosco la ricetta, ma una cosa l’ho imparata: bisogna essere in due a desiderare che sia “per sempre”. Se è solo uno, o uno un po’ meno dell’altro, non basta. Ci vuole una forza immensa per resistere a tutto. Fin qui siamo giunti senza pretese e senza pretese andiamo avanti, vivendo alla giornata, felici dell’attimo, perché è nell’attimo che c’è la forza di quel ‘per sempre’ in evoluzione.
Un bacio a te

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